Murialdo, vicende di una comunità nei secoli: la storia di un paese
Corposo lavoro (500 pagine) dedicato alla comunità di Murialdo e realizzato a cura di Carmelo Prestipino con la partecipazione di un nutrito ed autorevole gruppo di studiosi, voluto, promosso e sostenuto dalla famiglia Salvatico- Viglizzo, che prende in esame la vita civile, religiosa e sociale di una comunità formata da nuclei sparsi, con al centro la borgata Ponte.
E che dal medioevo ne custodisce la presenza del potere civile – con il castello – e quello religioso con la pregevole chiesa parrocchiale di san Lorenzo, mentre lo spirito di fraternità laica era attestato a pochi passi dalla parrocchiale con l’oratorio di sant’Agostino.
Una comunità geograficamente “valbormidese”, ma da sempre parte integrante delle terre piemontesi (contea di Asti prima, ducato di Savoia poi, Regno di Sardegna ed infine d’Italia) che fece da cerniera tra due realtà diverse: il marchesato di Finale sulla costa, le terre piemontesi astigiane ed albesi all’interno, luogo di passaggio privilegiato – almeno sino al Milleseicento – per mercanti e pellegrini in viaggio.
Il lavoro è stato approfondito da un gruppo di lavoro formato da studiosi dell’Istituto Internazionale Studi Liguri delle Sezioni Valbormida e Sabazia, della Società Savonese di Storia Patria, da uno storico dell’arte della Soprintendenza di Torino e da uno storico dell’arte già funzionario della Soprintendenza ai Beni Artistici della Liguria, che durante gli anni del suo servizio ebbe tanta parte nel recupero del patrimonio artistico di Murialdo.
Un approfondimento rigoroso e storicamente documentato da accurate ricerche d’archivio, scavi archeologici sul castello, recupero di affreschi nelle chiese, che riporta il cammino di una comunità della valle Bormida nel dipanarsi dei secoli, con le sue prove dolorose, i suoi rari momenti felici, la sua religiosità.
Il fulcro della pubblicazione è dato dalle Convenzioni del 1434, firmate da Galeotto del Carretto marchese di Finale con gli uomini di Murialdo, momento storico importante perchè segnò la conferma del legame tra i Carretteschi finalesi e la gente di Murialdo.
Il testo delle Convenzioni è stato pubblicato integralmente, con la traduzione in italiano a fronte, da parte del prof. Domenico Ciarlo, autorevole studioso di paleografia ed autore di importanti traduzioni edite dalla Società Savonese di Storia Patria, commentate dal dott. Furio Ciciliot, autore di svariati studi sulla vita medievale e sulla toponomastica dei territori valbormidesi.
La trame delle vicende della comunità, precedenti alle Convenzioni e successive sino all’età moderna, è stata ricostruita da Carmelo Prestipino, con una ricostruzione dell’asse viario che dal Cebano scendeva a Finalborgo passando su un ponte protetto da un forte castello, con una rivisitazione di uno studio precedente sulle chiese di Murialdo, qui illustrate con dovizia di immagini (200 foto) eseguite dallo studio fotografico Emmevideo di Massimo Odella, che illustrano con cura ogni dettaglio delle venti chiese di Murialdo.
Nel contesto della chiesa di san Lorenzo si inseriscono gli studi dei dott. Graziano Interbartolo e Maurizio Tarrini, esperti studiosi di arte organaria, che analizzano le caratteristiche dell’organo della parrocchiale, e quello di Massimiliano Caldera, storico dell’arte e funzionario della Soprintendenza alle Belle Arti del Piemonte, che ha analizzato e ricostruito la storia di un ciborio custodito nella chiesa stessa.
Chiese che possiedono tuttora un patrimonio artistico ricchissimo, indagato a fondo dal dott. Alfonso Sista, già funzionario della Soprintendenza ai Beni Artistici della Liguria e profondo conoscitore dell’arte valbormidese, che ne ha evidenziato i pregi con un corposo capitolo che traccia anche il quadro complessivo dell’arte medievale del territorio basso-piemontese e ligure.
E qui il libro vira su un momento importante della vita odierna della comunità murialdese: la descrizione del recupero pressochè completato dell’antico oratorio dei disciplinanti di sant’Agostino, recante un ciclo di affreschi di notevole pregio, curato dall’arch. Loredana Fracchia, finanziato, in questi anni, dalle Fondazioni San Paolo di Torino e De Mari di Savona, con un importante impegno finanziario che ha permesso di restituire alla comunità murialdese un patrimonio di storia e di arte che potrà avere ancora un ruolo importante nel futuro.
Tratto da “Trucioli” – n. 51 del 1° agosto 24